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Complessivamente nella Valle dell'Imera Meridionale sono presenti circa 30 masserie, ricoveri temporanei, pagliai e fondaci. Esistono sul territorio numerose masserie, edificate in posizione elevate, tipiche dell'economia latifondista siciliana con una tipologia, a "baglio" (Turolifi - Garlatti Calabrese - Fortolese) o cortile aperto (Stretto Giordano). Gli ambienti a piano terra erano destinati a stalle e magazzini mentre i piani superiori ad abitazione signorile.

La corte era pavimentata con lastre di pietra (basolato), alternata a ciottoli, il pozzo, di solito al centro del cortile, ed una o più palme svettanti. Nelle masserie più ricche era presente la cappella per le funzioni sacre. L'architettura rurale del territorio comprende l'abitazione contadina (robba) costituita da un unico ambiente, dal magazzino e dalla stalla. Era realizzata in muratura portante in pietrame naturale, trovato sul posto, a secco o utilizzando come legante, malte di materiale sabbioso o gesso. La copertura era ad una o due falde e ricoperta dai tipici "coppi" siciliani.

Nella loro semplicità queste costruzioni, meritano di essere riprese e riusate, attraverso un Piano di utilizzazione che sarà predisposto dall'Ente gestore. Di grande pregio lo storico ponte Capodarso, edificato nel 1553 sotto Carlo V da due "mastri" veneziani. La struttura necessita di manutenzione in quanto vanno risistemate le tavole marmoree in pessime condizioni di stabilità e di leggibilità.

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